Did they ever truly find each other?


Ieri notte vagando per l’internet mi sono imbattuta nella performing art, intesa, dagli anni 60 in chiave postmoderna, come un’azione artistica che coinvolge artista e pubblico in un’esperienza effimera e autentica tra i due che non può essere ripetuto, bloccato o comprato. E nello specifico sono arrivata ai video di performance di Marina Abramovic, artista serba che fin da subito si autodefinita “nonna” di questa espressione artistica che i teorici fanno risalire ad alcuni ideali delle arti visive delle avanguardie storiche di inizio secolo scorso, soprattutto al Dada di Tristan Tzara che a Zurigo teneva esibizioni non convenzionali di poesia.

Tra le varie opere performative mi ha particolarmente colpita quella che fece nel 1988 con il suo ormai ex compagno di vita e di Arte Ulay, anche lui artista e performer, intitolato ‘The Lovers – the great Wall Walk’.

Durante un loro viaggio in Australia i due artisti rimasero colpiti dal fatto che dallo spazio si vedesse la magnifica Muraglia Cinese, come testimoniarono alcuni astronauti, e così decisero di organizzare una grandiosa performance lì: partendo dagli estremi della Muraglia, i due artisti e amanti si sarebbero incontrati a metà strada per scegliersi a colpo d’occhio, così come fu per il loro primo incontro, e vivere la Vita e l’Arte come marito e moglie.

Tuttavia i tempi si allungarono e il migliorare del feeling nelle performances non coincise con quello effettivo e reale della coppia, come in tutte le coppie succede. Nel frattempo però arrivò il permesso dal governo cinese e i due ormai ex compagni decisero comunque di compiere questa esperienza. La compirono con la consapevolezza che nel momento in cui si sarebbero incontrati dopo novanta giorni di cammino, più di duemila e cinquecento chilometri percorsi, si sarebbero abbracciati per l’ultima volta e salutati per sempre.

Nel momento del congiungimento, Marina aveva in mano una bandiera rossa come il suo giubbotto, mentre Ulay una bianca e la sventolava per bene come se volesse comunicare alla sua compagna la resa.

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Si salutarono. Ulay strinse le mani di Marina nelle sue come per riscaldarle. Gli occhi lucidi. Gli sguardi bassi. Sguardi bassi anche quando Ulay le chiese cosa doveva fare con la sua nuova compagna e il nascituro. Marina rispose con un frammentario:”Non lo so. Io me ne vado”.  E così i due, dopo dodici anni, si salutarono definitivamente continuando a camminare in direzione opposta senza mai rigirarsi.

Quest’opera è stata filmata dalla BBC  ed è reperibile su youtube (https://www.youtube.com/watch?v=zaso0j9x098).                                                                      Alla fine si sente una voce fuoricampo che si chiede se effettivamente si siano mai trovati l’un l’altro.

Io credo che lì, sulla Muraglia, dopo aver viaggiato insieme, ma separati fisicamente, si siano poi separati anche spiritualmente.

Si sono trovati per poi perdersi.  Quello che succede ad ogni amante. All’inizio si ci sono due entità ben separate poi, se tutto va bene, si diventa unità e poi nella grande camminata della vita o della Muraglia si capisce se ritrovarsi per perdersi definitivamente oppure ritrovarsi per rinnovare le promesse di unicità sotto un vento gelido.

Anche se non c’è una formula precisa nel trovarsi e ritrovarsi e questo me lo dimostrano sempre loro.

Dopo trentadue anni dall’ultimo saluto, i due si trovano di nuovo al MoMa.

Si trovano e sembrano non essersi mai persi, in realtà. Perché in fondo, quando si è amato qualcuno trovarsi sembra impossibile ma avviene in maniera naturale quasi spontanea. Spontaneo come il protrarsi delle mani di Marina sul tavolo, che le sta di fronte, le quali subito incontrano quelle di Ulay. I visitatori del museo in coda da ore solo per poter scambiare uno sguardo in un minuto con l’artista sembrano non esserci più. Il tempo è bloccato.

è forse questo il trovarsi/ritrovarsi nonostante la vita, nonostante l’amore, nonostante il tempo.

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(https://youtu.be/OS0Tg0IjCp4)

Vorrei saperlo (prima o poi).

Buonanotte.

Erre.

 

Caffè con il fantasma

Diverse settimane fa mi è stato chiesto di scrivere una dichiarazione d’amore a qualcuno. Lì per lì non ho avuto frasi originali o semplici da trascrivere e così, siccome il tempo stringeva, ho messo nero su bianco la prima cosa che mi è venuta in mente.

 

Molti secondi, alcune ore e tanti giorni dopo ho trovato la dichiarazione definitiva sincera e (abbastanza) carina da farti:

Se assumere caffè molto zuccherato è l’unico modo per vederti io continuerò a farlo sempre e per sempre perché amo te e il caffè (forse più il caffè)

Questa dichiarazione (piuttosto banale) è frutto di una visione.

Mi è sembrato di vederti tra la folla. Vederti davvero.

Invece è stato l’effetto collaterale del troppo zucchero in corpo.

peccato.

l

Amanda Oleander Art,Facebook, 2018.

Buonanotte.

Erre.

14.02.2018

Secondo i manuali di grammatica, il gerundio è, insieme all’infinito e al participio, uno dei modi indefiniti delle voci verbali.

 

Indefiniti perché non indicano né persona né numero.

indefinita come questa cosa che provo

 

Il gerundio è usato per indicare un’azione secondaria rispetto all’azione enunciata nella frase principale.

infatti cerco di vivere amandoti

e per questo ti dedico questa canzone, in questo giorno qualunque.

 

 

Buonanotte.

Erre.

Un giro di valzer nel barattolo della nutella

ho deciso di iniziare questo martedì 5 dicembre 2017 in maniera positiva e così ho affondato il cucchiaino nel barattolone da 800gr di nutella…

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un bel giro di valzer

respiro profondo (tanto ormai la dieta è rimandata al 2018)

ed ecco che tutto diventa bello e colorato

perfino Razzi da Fazio che parla del suo libro mi sembra accettabile e sensato negli interventi

“la parola è la parola”  

 

 

meglio non esagerare e non solo con la nutella ma anche nel pensarti.

 

Buonanotte.

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 Erre.

Presentazioni ufficiali

Ciao Giorgio,

prima di “spararti tutto ciò che provo in faccia come una pazza che ti vuole”, vorrei presentarmi. Lo faccio qui perchè aprire la chat di whatapp non mi pare il caso e poi so che non leggerai mai, quindi…

 

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Allora sono io, quell’esserino goffo e tozzo che la tua collega di studi ti ha presentato un martedì di un mesetto fa durante la pausa pranzo. Fin da subito, come hai potuto vedere, ho dato sfoggio del mio savoir-faire quando mangio, infatti parlavo con la bocca piena. Per parlare di quanto sono composta e posata mentre guido e quando soprattutto in prossimità di una rotatoria o alla radio mandano una canzone che mi piace.

I miei gusti musicali sono strani anche se abbiamo qualcosa in comune ma di più non saprei dirti. Andare ai concerti mi rende molto felice perchè assaporo quella libertà e quella felicità che sembrano impossibili come la “musica sinfonica in discoteca”. Le stesse sensazioni ho quando viaggio.

Vabbè oltre a mangiare mi piace anche cucinare (non si direbbe ma fidati) soprattutto i dolci.

Sono una tipa piuttosto pigra e poco scattante: non mi strucco mai e una volta che mi siedo quasi mai mi alzo subito.

Mi piace l’arte. Adoro andare nelle città d’arte e alle mostre, nonostante non mi piaccia camminare. Infatti da grande voglio diventare come Philippe Daverio che fa il ministro dei Beni Culturali.

Mi piace leggere, è una passione che è nata con il tempo così come da poco mi sono appassionata al cinema soprattutto a quello in bianco e nero degli anni ’60.

Sogno molto spesso ad occhi aperti (ad occhi chiusi no perchè di notte non sogno mai) situazioni che non si verificheranno mai, ma questa è un’altra storia

A detta dei più (cioè tutti parenti), ho un bel sorriso che molto spesso quando sono con persone che conosco poco nascondo dietro la mano e che molto spesso non faccio perchè sono imbronciata… Ho una risata piuttosto fragorosa (per non dire grassa e rumorosa) mi piace ridere anche quando sono triste (e lo sono molto spesso durante una stessa giornata) solo che in quel caso la mia risata risulta essere più forte.

Sono una tipa piuttosto incazzosa e permalosa, mia madre dice che questi “pregi” li ho ereditati tutti da mia zia…cerco tutti i giorni di annullarli poco per volta ma non so se ci sto riuscendo. Fatto sta che quando una persona non mi va più a genio taglio tutti i contatti e continuo per la mia strada oppure se la incontro la mia faccia è tutta crucciata e contrariata. (ergo non ci sto riuscendo? lo scoprirò solo vivendo)

Sono molto insicura di me [perciò se vedi come storia di wa un mio selfie (robaccia che faccio quasi mai) tu mi apri la chat e mi dici che sono “bonah”, perchè effettivamente lo sono]

Mi trovo brutta e non attraente per alcun ragazzo (questo da 5 anni, all’incirca, cioè da quando il mio ex mi ha lasciata con una scusa)…lo dico sempre, ma le mie amiche mi rispondono che non è vero e mi riempiono poi di complimenti…ma io non lo faccio per questo ma perchè davvero lo penso

Ogni tanto scrivo e da qualche settimana, all’occorrenza, disegno…e pensare che alle medie i lavori grafici per “arte e immagine” me li faceva mia mamma (ahahah, il destino -.-)

Le mie stagioni preferite sono l’inverno,autunno e la primavera…l’estate la sopporto solo con i miei abiti coloratissimi e lunghi che mi fanno sembrare una watussa pur essendo alta (o bassa) 1,65 (altro pregio che ho ereditato da mia zia)

I miei peggiori incubi sono: essere sbranata viva dai cani, rimanere per sempre nel mio paesino, non diventare ministro del MiBACT, morire in un incidente stradale e rimanere senza amici e famiglia.

I miei sogni sono:realizzarmi come donna, viaggiare il più possibile, andare a più concerti possibili, andare a vivere  in qualche paese nordico, trovare qualcuno che mi sopporti e supporti e far in modo che le unghie non mi si spezzino con la stessa facilità con cui perdo la pazienza il lunedì ( e in tutti gli altri giorni).

 

 

 

Chissà se avremo mai modo di parlare e di conoscerci                                                               il solo incontrarci (per sbaglio) all’università mi sembra un’impresa titanica.

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(forse è meglio così.)

Buonanotte,

R.

 

“Si lanci, accidenti a lei!”

Per spiegare agli estranei quanto sia una sognatrice ad occhi aperti e in fondo, moooolto in fondo, una romanticona faccio riferimento, quando le circostanze me lo consentono, alla scena finale del noto film “Il favoloso mondo di Amèlie” del 2001.

 

Ogni volta che ti penso partono mille film mentali del genere

e subito dopo penso a questa scena del film

e a come vorrei  tanto lo stesso lieto fine: tu che torni e rendi i miei sogni ad occhi aperti

r e a l t à.

 

Buona visione.

Buonanotte.

Erre.

Cosa devo fare

chiamata Inaspettata

iNvito gradito

chiacChiere

“cHe ti va un gelato?”

“ma sI, perchè no?!”

“andiamo allOra! ti porto io!”

mi sento a Disagio

ma a poco a poco mi trAnquillizzo

il gelato non è tanto buono, L‘importante è la compagnia

è il momento di tornarE a casa

“dai andiamo? c’è la parTita!”

Uuuh, quanto sei pesante!”

e ridiamo comE una vecchia coppia spos(t)ata [magari]

il viaggio di ritorno va veLoce come i nostri

discorsi scemi e sull’Amore

ecco, che sono di nuovo in imBarazzo

non ti ascolto più…sono partiti i film mentali,Bene!

“cerca di svegliarti, cerca di fare la peRsona seria!”

e poi lui:”rifacciamola un’uscitA come quella di stasera!”.

alle mie

io farò lo stesso.

Joseph Lorusso - Lovers.jpgJoseph Lorusso-A Pleasant Surprize.

Buonanotte.

Erre.

Incomunicabilità

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       “L’idea di perderti mi fa morire. E pure… non ti sento più.”

      L’avventura, 1960.

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“Se stasera ho voglia di morire, è perché non ti amo più. Sono disperata per questo. Vorrei essere già vecchia per averti dedicato tutta la mia vita. Vorrei non esistere più, perché non posso più amarti.”

                                                                          La notte, 1961.

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“Finchè ci siamo amati, certo, ci si capiva. Non c’era niente da capire.”

                                                                                L’eclisse, 1962.

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“C’è qualcosa di terribile nella realtà ed io non so cos’è nessuno me lo dice

                                                                       Il deserto rosso, 1964.

Breve storia triste

Oggi ho chiesto al ragazzo che mi piace se voleva mettersi con me

 

 

Con grande sorpresa ha risposto sì

In realtà era un sì ‘referendario’.

 

 

Fine.

 

 

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Buonanotte.

 

Erre.

Situazione Sentimentale

Premetto che in genere preferisco la versione studio di qualsiasi canzone ma Dente è eccezionale, quindi faccio questa eccezione volentieri.

 

 

Questa settimana mi è capitato di sentire più del solito la discografia di Giuseppe Peveri, in arte Dente, non so bene il motivo…forse per alleviare lo stress universitario o forse per combattere le ansie e le paure di un povero cuore che cerca di superare la nostalgia. è una delle mie canzoni preferite perché descrive perfettamente e semplicemente la vita di tutti i giorni e  quella sentimentale,

soprattutto.

 

Se noi fossimo dei semafori
io sarei vicino a te:
quando mi spengo io
ti accendi tu
quando mi accendo io
ti spegni tu.
Se noi fossimo vetri elettrici
io viaggerei di fianco a te:
quando mi alzo io
ti abbassi tu
quando mi abbasso io
ti alzi tu.
Se noi fossimo dei satelliti
io orbiterei con te:
quando mi eclisso io
risplendi tu
quando risplendo io
ti eclissi tu.
Se noi fossimo occhi strabici
io sarei di fianco a te:
quello che guardo io
non vedi tu
quello che non vedo io
lo guardi tu.
Se noi fossimo campi magnetici
io sarei dietro di te:
ciò che respingo io
lo attiri tu
quello che attiro
lo respingi tu.
Se noi fossimo dei petali
io sarei dopo di te:
quando sono “m’ama” io
sei “non m’ama” tu
quando sono “non m’ama” io
sei “m’ama” tu.
Io sono il lungo inverno
e tu la bella estate
siamo rette parallele.

 

Buon ascolto e buona serata.

 

Erre.

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